Kitsch: viaggio nel cattivo gusto
Ottobre 20, 2023Dai nani da giardino all’arte contemporanea, dal pacchiano della quotidianità al cattivo gusto dei social fino allo sconfinato cattivo gusto che contrassegna anche il turismo: insomma, il Kitsch è ovunque. Cosa significa Kitsch? È un sostantivo di origine tedesca, adottato per indicare cose di bassa qualità estetica, imitazioni e falsificazioni dozzinali; dominante il pacchiano e l’apparenza. Coinvolge l’arredamento, l’abbigliamento; qualcuno che si comporta o si veste in modo particolarmente eccentrico e vistoso; la predilezione per oggetti eccentrici, ornamenti eccessivi, imitazioni dozzinali di opere d’arte e simili, insomma di cattivo gusto. Sostanzialmente possiamo identificare il Kitsch come prodotto ideale per un pubblico che desideri pigramente ardire ai valori del bello e convincersi di fruirne, senza perdersi in sforzi impegnativi. Insomma, il cattivo gusto tutti sanno benissimo cosa sia e non temono a individuarlo, salvo trovarsi imbarazzati nel definirlo. Comunque, una volta deciso che qualcosa è kitsch, resta da capire come mai a qualcuno, magari a molti, comunque piaccia.
Il nostro relatore Massimo Centini, torinese, laureato in Antropologia Culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha lavorato a contratto con Università e Musei italiani e stranieri. Tra le attività più recenti: a contratto nella sezione “Arte Etnografica” del Museo di Scienze Naturali di Bergamo; ha insegnato Antropologia Culturale all’Istituto di design di Bolzano. Docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino; insegna “Storia della Criminologia” ai corsi organizzati da MUA – Movimento Universitario Altoatesino – di Bolzano. Ha pubblicato numerosi saggi con Mondadori, Piemme, Giunti, Rusconi, Newton & Compton, Yume, Xenia, Fondazione Terra Santa, Diarkos e altri. Alcuni dei suoi volumi sono stati tradotti in varie lingue.
Giovedì 26 Ottobre 2023 (ore 20.45)
Fogolar Furlan di Torino Corso Francia 275/B